Paolo Gibba CampanardiLe montagne (im)possibili
«Le montagne impossibili, prima ancora che massicci di terra e rocce, sono le esperienze che viviamo in certi luoghi, le sfide con noi stessi che lì proviamo ad affrontare.»
C’è qualcosa di vero nella fama oscura che le grandi vette portano con sé. Non è qualcosa che appartiene alla natura delle montagne, quanto piuttosto alla natura dei rapporti che gli uomini intrattengono con loro. A partire dalla sua storia personale, Paolo “Gibba” Campanardi ci racconta come il Monte Castello, la cima dietro casa sua, sia diventato tragico teatro della morte del fratello, o come il Monte Marrone sia stato scenario di un faccia a faccia da brividi con un branco di lupi. E poi il Monte Cristallo, sulle Dolomiti, dove ha aiutato gli alpini del sesto reggimento a ricostruire il Bivacco Buffa. La montagna ha portato Paolo lontano, anche in Kenya, dove per arrivare in cima al Monte Kasigau è salito sotto la pioggia battente, ha attraversato la savana, affrontato le temperature rigide delle notti africane e il caldo asfissiante del giorno. Gibba ci conduce verso l’alto, ricordandoci che la cosa più emozionante di salire su una montagna non è solo arrivare in cima.