Ilaria Borletti BuitoniCammino controcorrente
La narrazione prende obbligatoriamente avvio in un’epoca lontana a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento in orgoglioso omaggio alle famiglie di due grandi imprenditori lombardi, quella del nonno paterno Senatore Borletti industriale nel campo della meccanica di precisione e fondatore de La Rinascente, e quella del bisnonno Enrico Dell’Acqua anch’egli abile commerciante internazionale nel settore tessile. Prosegue poi con ritmo serrato tra le vicende paterne durante il Novecento: un percorso che si intreccia con la politica, con la Resistenza e con storie di grande coraggio, con la borghesia illuminata delle grandi famiglie milanesi nel dopoguerra (Alemagna, Faina, Falck, Mondadori, Rocca, Recordati, Pirelli), con il fervore culturale della città. Una generazione che dalle macerie ha creato un paese con entusiasmo partendo da parole quali fiducia, modernità e futuro. Ilaria Borletti Buitoni è una bambina che vive il boom economico di quegli anni. Ha un padre – purtroppo prematuramente scomparso- molto affascinante, un eroe di guerra, un imprenditore e lavoratore progressista che credette, nonostante lo sprezzo di alcuni intellettuali coevi, nell’idea rivoluzionaria del “vestito pronto per tutti”, una scommessa ampiamente vinta negli anni Sessanta. In casa respira l’atmosfera dell’impegno culturale perseguito dalla madre la quale, sempre all’inizio di quello stesso decennio, fondò un centro molto attivo con teatro e biblioteca a Milano che prese il nome del Palazzo settecentesco che lo ospitava: il Durini. Ma Ilaria è anche l’adolescente che osserva impotente il declino della borghesia milanese e lo sgretolamento della famiglia insieme all’abbandono di molti amici nei momenti più difficili. Anche per questo alla fine degli anni Ottanta l’autrice cerca e trova una seconda casa all’estero, in Inghilterra, in un luogo lontano dove il cognome non conta più nulla e in cui “qualsiasi giudizio su di me sarebbe stato legato esclusivamente alle mie azioni, non alla storia che mi aveva preceduto”.